La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato ancora una volta l’Italia per aver violato nuovamente i diritti fondamentali dei genitori separati. L’ultima sentenza è del 2018 ma è stata resa nota soltanto nei giorni scorsi e segue la stessa scia della famosa sentenza del 29 gennaio 2013 (Pres. Jočienė), Affaire Lombardo c/ Italia.
La Corte di Strasburgo, infatti, ha nuovamente sollecitato l’Italia a riconoscere il diritto alla bigenitorialità: madre e padre hanno il diritto di esercitare la responsabilità genitoriale con pari dignità ed identiche opportunità. Il “…trascorrere del tempo può avere conseguenze irrimediabili sulle relazioni tra il fanciullo e il genitore che non vive con lui“; è, quindi, necessario rimodellare il nostro sistema giuridico e soprattutto quello amministrativo, i quali appaiono del tutto inadeguati a garantire equamente i diritti dei genitori separati.
La sentenza della Corte Europea nasce una vicenda particolarmente dolorosa: dopo la fine della relazione tra i due genitori, il padre ha fin da subito incontrato numerose difficoltà nell’incontrare e frequentare il figlio. Tra l’anno 2010 e l’anno 2015 arrivano tre decreti del Tribunale per i Minorenni che riconoscono la fondatezza delle richieste del padre. Il problema, però, è quello di concretizzare le decisioni dei Giudici. Anche perché, nel frattempo, le cause vanno avanti in un carosello di denunce, ricorsi, perizie che hanno avuto come unico risultato quello di allontanare ancora di più il padre dal figlio.
Da qui la sentenza favorevole della Corte di Strasburgo che potrebbe aprire un nuovo capitolo in una vicenda tormentata e tutt’altro che eccezionale.